La poesia

A mio cugino Ugo Mainieri

A lenti passi, con stupore, lungo il doloroso tunnel
Dell’aggravamento, fino al cedimento.

 

Era il tardo mattino del giorno di San Valentino.
Nel segno dell’amore – come tu hai vissuto –
Si è spento il tuo cuore.

 

Ora il silenzio – al par di quello che si alza imponente,
Di fronte al petto inerte, di un guerriero innocente.

 

Ed emerge il ricordo. Sul tuo volto il sorriso che ti descrive:
Tenero e forte, vitale e curioso, uomo libero eppur rigoroso.

 

La tua concretezza, frutto di intento, il sentimento
Costantemente immerso nel rapporto umano.

 

La  tenace fedeltà a Morano e alla casa del padre.
La tua mano nel quadro dove hai reso visibile il sogno
E nobile il cartone nel paesaggio. Artista di coraggio!

 

Ricordarti ancora con la dedizione infinita,
Alla tua compagna di vita, ai tuoi figli, alla gente,
Ai nipoti, elencare le tue doti, con dolore ………………..

 

Ricordare le virtù del cuginone che non c’è più,
Di Ugo che si è fatto amare e che non potrò mai dimenticare.

 

 

Lilia Lombardi, Roma, febbraio 2017